Nel mondo delle Assicurazioni la figura del broker assume un ruolo sempre più centrale e, insieme allo sviluppo tecnologico, il ruolo dell’intermediario assicurativo sta cambiando, evolvendo al passo con i tempi.

Ha sostenuto con forza questa tesi Matteo Barbini, Co-Founder e Managing Partner di Wide Group, durante l’evento “Mila­no Festival delle Assicurazioni” di Class Editori alla tavola rotonda con Wefox, Howden Broking, Aon e Wide Group. “Se da un lato la digita­lizzazione ha reso più efficienti alcu­ni processi – ha sottolineato Barbini – dall’altro non è stata in grado di sostituirsi ai consulenti che rappresenta­no il vero valore aggiunto dell’offer­ta dei servizi assicurativi”. 

Sulla stessa scia si è espresso anche Mat­teo Bevilacqua, Italy Country Head e CEO di Wefox, sottolineando come nel settore assicurativo la tecnologia funziona, ma deve essere supportata da una persona fisica ovvero il broker. Bevilacqua ha sottolineato come senza un investimento in tecnologia il broker non so­pravvive e non può comunque esimersi dal co­struire un rapporto umano con i clienti. 

Ma quale strada si deve seguire per investire in tecnologia senza sprecare risorse? Secon­do Enrico Nanni, Direttore Commerciale di Howden Broking la priorità è sviluppare una buona base di dati. Poi bisogna “puntare sull’interfaccia con i clienti ed infine servono investimenti volti a creare efficienze, diminuendo i costi e ottimizzando i processi”. 

Infine “avere fondi da dedicare allo sviluppo digitale non è sufficiente se mancano le competenze tecniche per poterne benefi­ciare” chiude Andrea Alessandro Parisi, AD e Direttore Ge­nerale di Aon, che si è espresso su quella che ha definito una “strada obbligata” per il settore assicurativo italiano. Anche per Parisi, però, la soluzione mi­gliore resta quella di un “mix tra tecno­logia e presenza fisica: è importante cogliere l’attimo e cercare di guidare que­sto cambiamento a vantaggio anche del cliente“. 

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